Quando si pensa al dressage classico viene in mente il cavallo che estremizzando i suoi movimenti balla
sulla musica, diventando spesso una forzatura innaturale che i giudici delle competizioni sembrano premiare.
Quindi ai fini di pura competizione si porta il cavallo ad avere posture, espressioni facciali
e una gestione ben lontane dal benessere del cavallo.
Quindi cosa c’è di armonioso nel vedere un cavallo in briglia (quindi con due imboccature di cui una a leva)
e speroni che fa movimenti così innaturali? Per noi niente…

Ma esiste una via di mezzo tra questo e i cavalli liberi nelle praterie? Noi crediamo di si
Cercando di far convivere la passione per il dressage con il benessere del cavallo, la comunicazione e quindi
l’horsemanship, abbiamo studiato diverse scuole di pensiero, sia classiche che di Natural Horsemanship,
prendendo ciò che crediamo essere più giusto per ogni cavallo, ognuno con le sue particolarità, così siamo
riusciti a trovare una strada che potesse far convivere i due mondi.
Il natural dressage non è altro che la ricerca del movimento, dell’elasticità e della leggerezza di un animale a
tutti gli effetti atleta passando però attraverso comprensione e comunicazione.

Perché non possiamo e non abbiamo il DIRITTO di lavorare sul corpo del cavallo se prima non abbiamo
accesso alla sua mente stabilendo un rapporto di fiducia e rispetto,
ben lontana da quel concetto di leadership da capobranco.
In questo modo si potenziano e raffinano tutti gli atteggiamenti e le posture che il cavallo ha già in natura.,
utilizzando “attrezzature” semplici: una capezza, una testiera bitless, un collare o un filettino semplice, ma
solo come strumento per raffinare il lavoro dopo che avremo imparato a usare il nostro corpo e le nostre
energie come mezzo comunicativo.

Virginia Rossi